METTI UN TRANS DAL DOTTORE
“L’umanità è incredibilmente incasinata e fluida. Ecco perché abbiamo bisogno degli artisti, oltre che di scienziati e biologi. Abbiamo bisogno dei poeti e dei pittori e dei creativi in grado di lavorare quando le parole mancano. Perché le parole sono troppo rigide, o troppo provvisorie, non riescono a catturare la realtà, che scorre continuamente, sempre in transizione nella conversazione delle altre persone.”
È la conclusione del cortometraggio “Script”, dei registi Noah Schamus e Brit Fryer, entrambi dichiaratamente queer, che mettono in scena l’interazione fra il medico e una persona trans in cerca di terapie per l’affermazione del proprio genere. Ne risulta la denuncia del paternalismo storico del medico, incapace di ascoltare, di comprendere, di immedesimarmi.
Ancora peggio va alle persone non binarie, perché la bibbia della medicina trans presuppone implicitamente che avere disagio nell’identità di gender significhi automaticamente passare da un genere binario all’altro.
“Flipping the script”, visibile su YouTube, mostra come si potrebbe rivoluzionare il rapporto medico paziente, proponendone una visione alternativa.
Più in generale, suggerisce che quel che accade in uno studio medico con le persone trans è solo lo specchio di falle e tensioni tipiche della medicina.