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Com’è possibile che ci fosse già tutto scritto, nero su bianco, nel “Garbuglio di Garlasco” tre anni fa?

17 marzo 2025
podcast Il versante

In questa intervista rispondo ad alcune domande sul mio libro “Il Garbuglio di Garlasco”, che conteneva già tutto quello su cui ora la Procura di Pavia si è mossa a indagare: stranezze, salti logici, sciatterie, omissioni. E, soprattutto, il mancato esercizio del ragionevole dubbio.

Com’è possibile che ci fosse già tutto scritto, nero su bianco, nel “Garbuglio di Garlasco” tre anni fa? A questo è facile rispondere: prima di scrivere una sola parola, mi sono letta le migliaia di pagine processuali, le trascrizioni d’udienza, gli interrogatori, le sommarie informazioni testimoniali, le intercettazioni, i rapporti di polizia, le perizie e le consulenze, e sono andata a conoscere di persona i protagonisti di ogni fase di questa storia, dal momento che il fattore umano rimane comunque preponderante in ogni nostro atto, registrabile o meno, e la giustizia è comunque intrisa di sentimenti.

Più difficile è rispondere a un’altra domanda: perché non hanno fatto lo stesso anche tutti gli altri che indirizzavano l’opinione pubblica o, peggio ancora, la sentenza stessa?

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